ACME ArtBOARD #6: Valentina Regola

Valentina Regola, Come se la neve si potesse congelare, 2021
Valentina Regola, Come se la neve si potesse congelare, 2021, dettaglio, sfera di vetro, base di legno, fiori in plastica e neve artificiale, 15x15 cm. Courtesy l'artista

ACME ArtBOARD è una rubrica pensata per avvicinare il pubblico e fornire un nuovo approccio all’arte contemporanea, coinvolgendo artisti giovani ed emergenti che, raccontandosi, svelano il loro modo personale di essere Artisti

Lo strumento utilizzato è il moodboard, letteralmente “tavola di stile”, una serie di immagini unite tra loro come in un collage che serve a mostrare in un formato visivo un progetto e tutti gli elementi ad esso correlati, anticipato da una breve intervista. 

Gli artisti si sono fatti conoscere partendo dalla formazione e arrivando alle loro aspirazioni future, creando una composizione in cui vengono mostrati i loro spunti creativi, i materiali a loro affini e gli strumenti del fare. Ogni artista interpreta in modo originale ed unico il moodboard, fornendo al lettore scenari inediti utili a comprendere il significato di essere Artista a 360 gradi.

 

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Il secondo appuntamento di quest’anno è con Valentina Regola.

ACME – Cosa ti ha spinto e perché ad iniziare gli studi/la carriera di artista?

VR – Fin da bambina ho sempre cercato di descrivere il mondo attraverso i miei occhi. Quasi mai era del tutto veritiero, estrapolavo ciò che mi appariva e lo modificavo con l’immaginazione, riportandolo sempre tramite il disegno o la scultura. Solamente quando mi esprimevo attraverso la pratica, sentivo di essere completamente a mio agio.

Non mi sono mai sentita di appartenere a qualcosa in particolare, ad un luogo o a un momento, e anche se allora non lo sapevo, l’arte mi avrebbe permesso per la prima volta di sentirmi libera, di poter esprimere concretamente ciò che non sono mai riuscita a dire con le parole.

In giovane età, mi sono iscritta al Liceo Artistico Maffeo Olivieri di Brescia e ho iniziato a comprendere cosa davvero significasse produrre opere. In seguito, ho continuato il mio percorso presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia, in cui ho trovato persone che mi hanno guidata, facendomi capire che nell’arte avrei potuto trovare il posto che da tanto tempo stavo cercando, ma che inconsciamente ha sempre fatto parte di me.

 

ACME – Quali sono le tue aspirazioni per il futuro?

VR – Negli ultimi anni siamo stati sottoposti a grandi tensioni ed a una forte mancanza di relazioni dovute all’emergenza sanitaria. Una mia aspirazione futura è sicuramente cercare la serenità. Ho deciso di intraprendere un percorso nuovo nella mia quotidianità, ma soprattutto attraverso l’arte, proprio per riuscire a ritrovare l’equilibrio perso ormai da tempo. Continuerò a produrre opere che permettano di avere ancora un contatto intenso con le persone e possano regalare un po’ di leggerezza. Il mio prossimo progetto sarà aprirmi al pubblico con una serie di opere inedite, che spero possano stupire e allietare il fruitore da un periodo alienante e di solo buio.

Valentina Regola, Una foglia di candelabro (serie Anticariati), 2021, candelabro di ferro, candela, pirografo e acrilico bianco, 75x22 cm e Una cornice che apparentemente mente, (serie Anticariati), 2021, cornice, pirografo e acrilico bianco, 25x17 cm. Courtesy l'artista. © Fabio Botti di Foto Simonetti
Valentina Regola, Trappist-1 (V2), 2022
Valentina Regola, Trappist-1 (V2), 2022, vaso in terracotta, vernice spray bianca opaca, finitura decorativa a effetto metallico e pennarello indelebile oro, 60x50x35 cm. Courtesy l'artista. © Fabio Botti di Foto Simonetti

IL MOODBOARD

Amo particolarmente soffermarmi ad osservare le opere di Lucio Fontana. Capolavori inestimabili che raccontano sempre di più rispetto ciò che appare. Nello specifico, tra i suoi lavori, mi ha sempre affascinato l’Ambiente spaziale a luce nera. L’artista ha realizzato un luogo dove le persone entrando intraprendono un viaggio. I primi che hanno potuto visitare l’opera hanno affermato, con immenso stupore, che Fontana fosse riuscito a portarli sulla luna. Ciò che mi attrae maggiormente di quest’opera è proprio la reazione che riesce a far scaturire nel pubblico: ritrovare quella magia che le persone a volte dimenticano di volere.

Attraverso le immagini che ho selezionato per questo moodboard, mostro la mia poetica e ciò che mi ha portato alla realizzazione delle opere, nel quale racconto di storie dimenticate, di sogni e di fantasie. Ispirandomi alla mia infanzia, ho sentito la necessità di liberare quella spensieratezza, che diventando adulti cerchiamo sempre più di reprimere. Con ciò che produco vorrei riuscire a ricordare alle persone che non esiste solo ciò che appare concretamente ai nostri occhi, ma c’è anche altro che si può vedere se solo ci si lascia meravigliare. La bellezza sta nelle piccole cose: nei colori, in fiori, nell’osservare il cielo, basta solo sapere come guardare.

Parte della mia ricerca è anche indagare su realtà sconosciute, che aleggiano tra la nostra quotidianità e l’inimmaginabile: come lo studio di corpi celesti di cui abbiamo solo pochi dati, ma con l’aiuto della fantasia si possono completare e ricostruire. In questo percorso voglio raccontare di cieli infiniti che nascondono altrettanti misteri, viaggiare attraverso le storie passate per crearne di nuove e osservare come le persone reagiscono a questo approccio naif ma concreto nel nostro tempo.

La mia necessità è andare verso l’oltre, perché anche io, come Lucio Fontana, voglio permettere al mio fruitore di avere per un attimo la testa tra le nuvole ma stando con i piedi ben ancorati a terra.

Il Moodboard di Valentina Regola
Valentina Regola

Valentina Regola

Valentina Regola nasce nel 1995 a Brescia. Vive e lavora nella medesima città.
Consegue il diploma triennale in Scultura e magistrale nel Biennio specialistico
in Arti Visive Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di
Brescia.

L’artista indaga nuove realtà per accompagnare lo spettatore a viaggiare con
l’immaginazione attraverso l’installazione, la fotografia e diverse pratiche
relazionali volte al coinvolgimento del pubblico. Spesso, si esprime utilizzando
materiali e mobilio di recupero, in modo da restituire una storia a ciò che è stato
abbandonato.

Mediante la realizzazione delle sue opere, le immagini, gli oggetti e l’intervento
su di essi, mira ad accompagnare il fruitore all’interno della narrazione di una
realtà che gli viene così mostrata nella sua esplicita ingenuità, fino a condurlo
negli antri più nascosti di universi paralleli e racconti immaginari legati ad una
parvenza di quotidianità terrestre.