ACME ArtBOARD #7: Daniele Boi
ACME ArtBOARD è una rubrica pensata per avvicinare il pubblico e fornire un nuovo approccio all’arte contemporanea, coinvolgendo artisti giovani ed emergenti che, raccontandosi, svelano il loro modo personale di essere Artisti.
Lo strumento utilizzato è il moodboard, letteralmente “tavola di stile”, una serie di immagini unite tra loro come in un collage che serve a mostrare in un formato visivo un progetto e tutti gli elementi ad esso correlati, anticipato da una breve intervista.
Gli artisti si sono fatti conoscere partendo dalla formazione e arrivando alle loro aspirazioni future, creando una composizione in cui vengono mostrati i loro spunti creativi, i materiali a loro affini e gli strumenti del fare. Ogni artista interpreta in modo originale ed unico il moodboard, fornendo al lettore scenari inediti utili a comprendere il significato di essere Artista a 360 gradi.
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Il terzo appuntamento di quest’anno è con Daniele Boi.


ACME – Cosa ti ha spinto e perché ad iniziare gli studi/la carriera di artista?
DB – Penso di aver sempre voluto fare qualcosa di creativo, fin da piccolo scarabocchiavo e disegnavo dappertutto. Non sono mai stato bravo con le parole e questo era il mio modo di esternare tutto.
Arrivato a Brescia al Liceo artistico Olivieri, spinto dai professori che nei miei disegni vedevano uno spiccato chiaroscuro, ho iniziato a modellare la creta. Durante gli anni del liceo scelsi di proseguire i miei studi artistici rimanendo in città ed iscrivendomi a Scultura, presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia. Mi specializzai in Scultura Pubblica Monumentale. Durante il percorso accademico, numerosi sono stati i laboratori pratici e le occasioni per sperimentare nuovi materiali. In particolare, i corsi tenuti dai miei due maestri di riferimento, Pietro Ricci e Agostino Ghilardi, sono stati fondamentali per avvicinarmi alla creta e al marmo, imparandone le tecniche e le caratteristiche principali, per poi mettermi alla prova con opere personali.
Il percorso che ho scelto di intraprendere, seguendo le mie attitudini e gusti personali, nel tempo è maturato, come anche la caratteristica di perseverare nonostante gli ostacoli; la formazione accademica e il supporto delle persone che hanno condiviso e condividono oggi il mio percorso sono stati importanti sia per la spinta ad andare oltre nella mia ricerca artistica sia per la costruzione della mia persona. Esprimermi attraverso l’arte è fondamentale, credo che non smetterò mai.
ACME – Quali sono le tue aspirazioni per il futuro?
DB – L’aspettativa principale per il futuro è sicuramente quella di proseguire il percorso che ho iniziato, con la prospettiva di non fermarmi anche di fronte a possibilità di diverso tipo, di avere lo slancio necessario per provare a mettermi in gioco e sperimentare nuove proposte.

IL MOODBOARD
Per il moodboard ho selezionato nove immagini rappresentanti alcuni degli elementi che presentano parte della mia persona, cosa amo fare e da dove traggo ispirazione.
In queste nove immagini, disposte a quadrilatero, troviamo raffigurati alcuni luoghi per me preziosi che fanno parte della mia vita e del mio percorso artistico: forme e segni riconducibili alla storia locale e alla simbologia arcaica. Inoltre sono inseriti i dettagli di alcune mie opere, culminanti con l’immagine della mia mano, posta al centro della composizione.
Partendo dall’inizio, in alto a sinistra, possiamo osservare: il sito archeologico “Su Nuraxi” di Barumini (SU), una delle testimonianze archeologiche più importanti della Sardegna, vicino al paese natio di mio padre, territorio conosciuto ed esplorato fin da piccolo e che, crescendo, mi ha incuriosito sempre di più, spingendomi ad approfondire alcuni aspetti della civiltà nuragica; la Cava delle Cervaiole del Monte Altissimo a Seravezza (LU), luogo visitato durante il periodo degli studi artistici, una delle tante cave dove viene estratto il marmo bianco che, a partire dal Rinascimento, accompagna l’espressione artistica di molti scultori; il fiume Oglio visto da Pontoglio (BS), il paese in cui vivo e che prende il nome dal fiume che lo attraversa, meta di camminate nel suo parco e lungo le sue sponde per riequilibrare corpo, mente e pensieri.
Nella riga centrale, partendo da sinistra, un particolare dell’opera “Ala” dove si intravede una figura fluida, nella quale emerge un’idea di movimento e di contrasto tra la superficie lavorata e quella grezza; l’immagine della mia mano che afferra la subbia, il mezzo che smuove e dal quale tutto nasce e alla fine tutto si riconduce; un rilievo di Pagherina in Valle Camonica, luogo da me molto apprezzato della Valle Camonica sia per i territori naturali da esplorare e nei quali perdersi sia per le principali testimonianze preistoriche presenti su questo territorio nei siti archeologici come quello delle Incisioni Rupestri.
Nella riga finale, la prima a sinistra rappresenta una maschera dei Mamuthones, tipica del carnevale sardo, solitamente legata a processioni riconducibili alla ritualità antica, protagoniste di una tradizione millenaria che ancora oggi viene vissuta ed è molto sentita in particolare per il binomio uomo-natura. Nelle ultime due foto sono immortalati due particolari di mie opere chiamate “Forma” e “Metamorfosi”. In “Forma”, una colonna di granito, si nota il ripetersi di pieni e vuoti esaltati da tagli che orizzontalmente segnano la superficie irregolare, come lo scorrere del tempo. In Metamorfosi, si intravede uno dei tre profili che emergono dal blocco materico, nella sua forma primordiale.


Daniele Boi
Daniele Boi nasce a Brescia il 19 agosto 1989, vive e lavora a Pontoglio (BS). Fin da piccolo segue la sua passione per l’arte frequentando il Liceo Artistico Statale “Maffeo Olivieri” di Brescia dove nel 2008 consegue il Diploma di Maestro d’Arte. Prosegue gli studi presso l’Accademia di Belle Arti “SantaGiulia” di Brescia e nel 2015 si laurea, specializzandosi in Scultura Pubblica Monumentale. Dal 2018 insegna come professore di Arte e Immagine nella scuola Secondaria di primo grado. Contemporaneamente, diventa volontario presso la cooperativa sociale “La Nuova Cordata” di Iseo (BS) dove organizza e tiene laboratori artistici.
Utilizza la pietra come elemento principale della sua ricerca artistica.
Collabora a molti progetti nel territorio nazionale, lasciando opere permanenti, pubbliche e private a Brescia, Bergamo, Venezia e Palau.
Nel corso degli anni ha partecipato a concorsi e Simposi nazionali, esponendo le sue opere in diversi contesti di rilevanza artistica e culturale.