ACME ArtBOARD #8: Tiziano Ronchi
ACME ArtBOARD è una rubrica pensata per avvicinare il pubblico e fornire un nuovo approccio all’arte contemporanea, coinvolgendo artisti giovani ed emergenti che, raccontandosi, svelano il loro modo personale di essere Artisti.
Lo strumento utilizzato è il moodboard, letteralmente “tavola di stile”, una serie di immagini unite tra loro come in un collage che serve a mostrare in un formato visivo un progetto e tutti gli elementi ad esso correlati, anticipato da una breve intervista.
Gli artisti si sono fatti conoscere partendo dalla formazione e arrivando alle loro aspirazioni future, creando una composizione in cui vengono mostrati i loro spunti creativi, i materiali a loro affini e gli strumenti del fare. Ogni artista interpreta in modo originale ed unico il moodboard, fornendo al lettore scenari inediti utili a comprendere il significato di essere Artista a 360 gradi.
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Il l’ultimo appuntamento di questa edizione è con Tiziano Ronchi.


ACME – Cosa ti ha spinto e perché ad iniziare gli studi/la carriera di artista?
TR – Ciò che mi ha spinto ad intraprendere questa carriera che meglio definirei “approccio di vita” è stata, fin da bambino, l’esagitata necessità di concretizzare attraverso un medium visivo, palpabile, materico, quel turbine di emozioni e sensazioni che, col passare degli anni, è divenuto sempre più burrascoso e denso.
Si tratta di una tempesta emotiva che scaturisce direttamente dal contatto viscerale con la Natura, intesa sia come contesto, sia come Entità guida, che fin dai primi anni della mia vita è stata una presenza essenziale e generatrice. L’altra fiammella d’innesco di questo flusso emotivo, che necessita sempre più di palesarsi e fisicizzarsi, è l’Altro essere umano, come compagno, come specchio, come canale per scoprire il sé più profondo.
Il fare arte è quindi stata fin dal principio una necessità, per dare un nome a questi elementi che smuovono qualcosa di forte all’interno di me e quindi per scoprirmi, ma anche per raccontare e diffondere al mondo cosa il contatto con le due figure fulcro della mia ricerca e della mia vita è in grado di generare.
ACME – Quali sono le tue aspirazioni per il futuro?
TR – L’aspirazione per il futuro è quella di diffondere il più possibile tali messaggi-emozioni tramite questo indagatorio linguaggio di bellezza, scoprendo e imparando a sfruttare tutte le sfaccettature e le potenzialità di questo codice come strumenti per innestare nel mondo germogli di idee per una vita più piena e armonica.
L’arte è un medium in grado di generare solidi input e lacerare idee radicate che, se ben utilizzato, può rivelarsi uno degli strumenti più efficaci per comunicare e comunicarsi. Ciò implica una grandissima responsabilità per chiunque abbia la preziosa possibilità di poterlo modellare, per lasciare un Segno, una Traccia ben marcata nel Sé, di Sé e nell’Altro.
L’aspirazione più grande è quella di fare dell’arte un elemento a tutto tondo nella mia vita e collaborare in modo intensivo con altri artisti e con le varie figure del sistema dell’arte, per contribuire ad arricchire e diffondere questo potente e affascinante linguaggio, lasciandomi permeare anche dalle Tracce degli Altri per una continua evoluzione.

IL MOODBOARD
La Traccia è il segno più tangibile di un passaggio, di un processo, di un percorso, di un’emozione vissuta privatamente o scaturita dall’incontro e dalla fusione con l’Altro e con Natura.
La Traccia è il fulcro di un approccio di vita che è incessante ricerca, che è cammino meditativo, che è viaggio continuo, all’interno di Sé e in un mondo in cui la Natura e gli esseri umani si intrecciano, si scontrano, si scompensano e si equilibrano.
Traccia è compenetrazione intesa come ‘con – fusione’ tra l’elemento umano e l’elemento naturale, contaminazione di sfere linguistiche e di materiali differenti in relazione alle leggi naturali e agli equilibri sociali e individuali. Compenetrazione è scambio viscerale, sessualità: necessità di lasciare un’Impronta, origine germinativa, pura Natura.
Traccia è impronta, cioè esigenza di mescolarsi e segnarsi con l’Altro e la Natura stessa. L’opera è impronta poiché è presenza fisica importante, coinvolgendo il fruitore in uno scambio profondo con la materia e la Traccia, tra esperienza e conoscenza.
Traccia è catalogazione, come svisceramento delle “emo – sensazioni” suscitate dal rapporto con l’Altro e con la Natura e tentativo – volontà di tracciare una scala naturae, risultato dell’esperienza personale dell’artista, filtro osmotico generativo tra il mondo e il suo intimo sentire. Ciò implica l’assunzione di una grandissima responsabilità nella restituzione all’Altro.
Questo “tracciamento” continuo si traduce nella ricerca spasmodica di una serenità, un equilibrio interiore, che vorrebbe trovare ri-connessione tra un mondo sempre più legato al ‘fare’ rispetto al ‘sentire’, e il contatto con l’intima emotività dell’Altro e con Madre Natura. Questa intesa sia come contesto ma anche come fonte generatrice e parte integrante di ogni essere umano, che porta al ritrovare il Sé e a comprendere l’importanza della condivisione con l’Altro.
Traccia è anche esigenza inconscia di lasciare Segni nel mondo, come elemento di sopravvivenza eterna ma anche come medium per raccontarsi e raccontare l’importanza del connettersi con Natura per trovarsi e scoprire l’Altro. Tracce che vorrebbero diventare fisicamente sempre meno palpabili ma che rimangano scalfite profondamente nel mondo; proprio come le Tracce, quasi invisibili ma dalla nitida semantica, dei cammini di Richard Long e i suoni sottili ma potenti di Pulse dei Pink Floyd.


Tiziano Ronchi
Tiziano Ronchi nasce nel 1995 a Brescia, dove vive e lavora. Docente presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, laureato in Arti Visive Contemporanee presso la stessa SantaGiulia e in Progettazione dell’Architettura presso il Politecnico di Milano, traccia la propria quotidianità, attraverso cammino, viaggio, esperienza diretta, sport estremi e contatto profondo con la Natura e con l’Altro.
L’elemento centrale della sua ricerca artistica è la Traccia, come segno più tangibile di un passaggio, di un processo, di un percorso, di un’emozione vissuta privatamente o scaturita dall’incontro e dalla fusione con l’Altro con Madre Natura.
Nel 2019 realizza il progetto Homem-Natureza durante il Service Learning presso la Escola das Artes São Lucas di Castanhal (Brasile). Sempre nel 2019 partecipa alle mostre Guidami Tu, Luce Gentile presso il Museo Diocesano di Brescia, a Give Photography a Chance, presso il MO.CA di Brescia. Nel 2020 partecipa al progetto itinerante Gesto Zero. Istantanee 2020, che ha coinvolto le città di Brescia (Museo Santa Giulia), Cremona (Museo del Violino) e Bergamo (Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena). Nel medesimo anno realizza la sua prima mostra personale Nature Imprint presso l’Alberodonte di Rodengo Saiano. Da giugno 2021 fa parte del Borgo Artisti Bienno, e aderisce a diverse iniziative tra cui l’evento Attraverso e Attraverso 2.0 (Bienno). Sempre nel 2021 espone nella collettiva NewArt Exhibition, nella Torre Avogadro di Lumezzane. A Giugno 2021 realizza la personale TRACCE. nella Chiesa sconsacrata di Sant’Antonio di Breno. Ad agosto 2021 partecipa alla collettiva In Absentia, nel quartiere storico di Temù, alla mostra Dualità nel trionfo, presso la Casa Valiga di Bienno e ad ottobre realizza la sua personale TRACCE. presso il Palazzo Avogadro di Sarezzo. Da dicembre 2021 collabora con la galleria GARE 82 di Brescia. Da gennaio 2022 entra a far parte del progetto App.Arta.Mento Arte Temporanea. Nello stesso mese inizia il progetto per la realizzazione di due monumenti nel parco del Lusignolo di San Gervasio Bresciano e a marzo 2022 ottiene la cattedra in Decorazione Artistica presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia.